Un passo alla volta
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BUON ASCOLTO!
Mi sono accorta che mi è molto difficile lasciare andare le persone. Mi è difficile accettare l'idea di perdere qualcuno. Forse l'idea di perdere nuovamente qualcuno di veramente importante, per me e la mia vita. Una tendenza che ho scoperto di avere nei miei mille tentativi di mantenere anche i rapporti più logori. Vorrei non perdere mai nessuno nella vita, anche quando mi accorgo che le persone che cerco di trattenere, non facciano più per me. O che addirittura mi feriscano solamente. Così mi ostino a mantenere un rapporto fatto di frasi di circostanza, soffrendoci e basta. Alimentando unicamente la mia delusione. Me ne sono accorta qualche anno fa e da allora cerco di farci più attenzione. Cerco di rendermi conto quando provo a farlo e mi chiedo cosa mi spinga a perpetuare una relazione che non può darmi più nulla. Col tempo ho capito che quello di me che mi tiene legata a queste persone, sono le aspettative che riservo loro. Soprattutto quelle che riservo alla nostra relazione. Come se, immaginandola nella mia testa, mi aggrappassi all'idea che manchi davvero poco per raggiungere quella mia fantasia, basta solo trattenere di più o aspettare l'ennesimo giro di boa. Una relazione autentica che sarebbe arrivata prima o poi. E nell'attesa che questo avvenga, ci soffro solo. E la cosa peggiore, è che mi sono abituata a questa sofferenza autoindotta. Riesco a stringere forte i denti, mentre lo stomaco si attorciglia nelle ansie e preoccupazioni.
Perché la sola consapevolezza alcune volte non basta ad interrompere dei comportamenti sbagliati. Soprattutto quando questi comportamenti reiterati nel tempo, diventano automatici. Ma è sicuramente un primo passo, per capire quanto di quello che facciamo sfugga alla nostra mente consapevole, ogni giorno. E da qui, si può decidere di provare a cambiare. Un passo alla volta. Nel mio caso: imparando a chiudere quei rapporti poco sani, un rapporto alla volta. Niente è immediato e credo che sia questa la parte più difficile a volte. Si vorrebbe cambiare dal giorno alla notte, smettere di attuare certi comportamenti e raggiungere immediatamente quella versione migliore di noi. Quella versione che tutti propinano con grandi discorsi ma che poi, nella realtà dei fatti, sembra sempre così irraggiungibile. Tanto da diventare frustrante. Continuare a provare e vedere di continuare a fallire. Così che poi, alla fine, si molla.
"C'ho provato e non ci sono riuscita. Come volevasi dimostrare. È tutto inutile".
Quanto spesso ce lo siamo detti? Per questo non siamo mai arrivati a cambiare, alla fine. Perché non siamo stati capaci di riconoscere quei passi microscopici che stavamo facendo, in attesa invece di quel risultato finale che ci sembra sempre così lontano. In attesa di stravolgimenti colossali, quando tutti sappiamo che le vere rivoluzioni si fanno nelle piccole azioni quotidiane. Così come quando sono partita per il cammino di Santiago. La meta era lontana, anzi lontanissima. Quel punto di arrivo che tutti desideriamo, ma che ci sembra impossibile da raggiungere. Tanto che ti viene voglia di mollare, soprattutto quando leggi quanti chilometri manchino ancora all'arrivo. Ognuno di noi è lì, in questo esatto punto. Il cambiamento lontano e la strada ancora lunga. Se ci si ferma a pensare a questo, ci si paralizza. Bisogna invece iniziare a camminare, focalizzandosi su ogni passo in avanti che irrimediabilmente accorcia la distanza dell'arrivo. Questo è quello che mi ha condotto alla grande cattedrale di Santiago: tanti piccoli passi che ogni giorno compivo verso quella direzione. Passi alcune volte più decisi, altre più fiacchi e svogliati. Ma pur sempre passi in avanti. Ed è così che sono arrivata alla mia meta, prendendo consapevolezza di ogni passo che mi avvicinava un po' di più a dove volevo essere. L'occhio ad ogni passo, il cuore fisso alla meta.
È questo che mi ha insegnato il cammino: il cambiamento è un viaggio fatto di tanti piccolissimi passi consapevoli. Anche quando ti sembra di essere fermo, in realtà stai procedendo. Quando ti sembra di tornare indietro, invece di procedere avanti; stai comunque procedendo. Dobbiamo solo farci più attenti delle nostre azioni. Apprezzare il nostro impegno giornaliero, avendo ben presente che alcuni giorni non saranno produttivi. Ci saranno giorni che non ci verrà voglia di camminare o una tendinite ci costringerà al riposo. Ma va bene anche questo, anzi è quello che richiede il viaggio. Perché piano piano, ognuno con i suoi tempi, si arriverà a quel traguardo che ci sembrava lontanissimo inizialmente. Perché non avremo mai mollato, ma avremo continuato a camminare, anche quando ci sembrava tutto inutile.
Perché ancora oggi, mi rendo conto di far fatica a chiudere i rapporti; nonostante siano anni che ne abbia consapevolezza. Ma proprio ultimamente, ho avuto la conferma di quello che ho cercato di spiegare con la similitudine sul cammino di Santiago. Sono riuscita a chiudere un rapporto che non volevo perdere, ma che ormai non aveva più niente da dire. Non è stato facile, ha richiesto qualche mese e tutta la mia forza interiore. Ma ci sono riuscita alla fine, nonostante i ripensamenti e le automazioni che mi avrebbero invece spinto a fare il contrario. Mi sono guardata allo specchio, ho preso coraggio e ho detto stop. Un risultato concreto per me. Nonostante abbia richiesto molto tempo. Il mio tempo, per il mio cammino personale.
Ed è questo che vorrei conservaste nel vostro cuore: ogni cambiamento richiede tempo, perseveranza, consapevolezza e realismo. Ma soprattutto amore. Amore per voi stessi che ci state provando a cambiare, anche quando vi sembra di essere fermi o quando vi sembra di continuare a scivolare sugli stessi errori. Scivolerete sempre meno, fino a che smetterete di farlo. In un percorso che può sembrare lungo, ma non irraggiungibile all'ardore che avete nel cuore. È a questo che dovete aggrapparvi, quando tutto sembra difficile. Alla consapevolezza che la vostra meta rimarrà là ad aspettarvi, per tutto il tempo che necessiterete per arrivarci. Un passo alla volta.