Insegnare con l'esempio

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BUON ASCOLTO!

Il giorno di uscita di questo racconto è un giorno speciale per me, è il compleanno di mia mamma. Mi piace dedicare un mio scritto alle persone del mio cuore e direi che oggi è il giorno perfetto per dedicarne uno alla mia preziosa mamma. Una donna che per me rappresenta non solo un modello, ma anche un punto di riferimento nella mia vita. Una donna che mi stupisce giornalmente e che riesce sempre a insegnarmi qualcosa di nuovo con il suo esempio.

Classe 1966, mamma è la secondogenita di una modesta famiglia di campagna. Cresce tra natura, lavoro duro e animali. Un quadretto bucolico che non era esattamente tutto rose e fiori come altre famiglie dell'epoca d'altronde, strette e costrette in cortili ampi sovraffollati di parenti di ogni grado. Vive con i nonni nella grande casa padronale e condivide il letto con la sorella maggiore. Mamma si distingue subito dai suoi 3 fratelli, gli occhietti vispi e la grande energia la mettono tante, troppe volte nei guai. Forse per questo, arrivata alle elementari dopo aver vissuto esclusivamente circondata dalla famiglia e dalla campagna, la maestra la definisce un "gatto selvatico". Agile, sospettosa, dai limpidi occhi azzurri. Mamma non ama farsi comandare e sa come difendersi. Ancora oggi ride di quell'appellativo: "Di quel gatto selvaggio, mi è rimasto solo il nome ormai!", come se ora la sua indole più pacata e morigerata non si riconoscesse più in quella descrizione passata.

Mamma si fa riconoscere subito a scuola: ama studiare e imparare cose nuove; in ogni campo che si sperimenta, soprattutto quello artistico, eccelle. La mente agile e curiosa le permette di imparare velocemente e senza troppa fatica. Al contrario dei suoi fratelli maschi più svogliati, che si inventano sempre nuove scuse per farsi fare i compiti dalle sorelle più grandi, cercando di corrompere il loro buon animo con battute e sorrisi. Mamma li conosce troppo bene per cascare nei loro tranelli e non cede mai ai loro teneri ricatti. Per mamma la scuola è importante e vuole che anche i suoi fratelli studino come si deve, mettendosi in gioco in prima persona. Mamma infatti ha grandi sogni e tante passioni, sa cosa può fare e dove può arrivare con il grande impegno che la contraddistingue. Eppure ciò non basta a farle ottenere quello che più anela, non l'è concesso di studiare oltre il limite obbligatorio per l'epoca. Una ferita che ancora brucia nel suo cuore. Come se quella mancanza, in qualche modo, la definisse e definisse di fatto il suo valore tutto. Una ferita che le ha dimostrato chiaramente quanto la cultura e l'erudizione fossero di vitale importanza nella vita di ogni persona.

 
 

Per questo mamma è sempre in prima linea, quando si tratta di formazione. Per questo ci ha sempre spronati a non smettere mai di studiare, per questo mi ha sempre offerto sostegno in ogni opportunità formativa mi si presentasse. "La cultura è liberta, Lisa. Se sai, puoi difenderti e combattere per i tuoi diritti. Farti valere ed essere presa in considerazione come donna. Altrimenti accetti quello che viene e io non voglio che tu debba farlo mai". Gli occhi di mamma si incupiscono sempre su questo argomento, come se rivedesse d'un tratto tutte le opportunità mancate e le sentisse pungere dentro, in qualche angolo della sua anima bella. Percepisco sempre il suo grande amore in tutto questo, nel desiderare per me tutto quello che a lei è sempre mancato. Così i successi accademici miei e dei miei fratelli, diventano anche i suoi. Li celebra e li tiene stretti al cuore, come a curare quella ferita arcaica che si porta dietro ancora oggi.

Eppure se c'è una persona che stimo, questa è proprio mia mamma. Se c'è qualcuno da cui cerco sempre di imparare e con cui confrontarmi, è lei. Lei che sa insegnarmi tanto con il suo esempio, con i suoi modi e atteggiamenti. Per quanto questi insegnamenti non siano giustificati da un pezzo di carta, mamma ha saputo spiegarmi così tanto sulla vita e le persone. Come agire e reagire agli imprevisti della vita con una classe e una determinazione invidiabile. Qualità che non si imparano tra i banchi di scuola e che, molto spesso, sono innate. Raffinate col tempo, l'esperienza e l'intelligenza personale. E mamma, di tutto questo, ne ha da vendere! Per quanto lei spesso non riesca ad accorgersene.

Quindi eccomi qui a scriverlo, per inciderlo nero su bianco. Non si studia come diventare una donna e mamma formidabile, ci si sperimenta nel farlo e si prova a farlo al meglio. E mamma c'è decisamente riuscita, perché non si è mai sentita arrivata. Perché si è sempre informata e messa in discussione. Cercando di continuare a migliorarsi, anche ora. Ora che molte persone si inquadrano in uno schema da cui piace farsi definire e si accomodano in quella definizione. Senza nessuna spinta proattiva di crescita personale. È questa staticità a dover far paura perché spegne, limita e impigrisce. E la pigrizia svilisce il nostro potenziale e la nostra intelligenza a qualunque età.

Ho conosciuto fior fiore di dottori laureati, ma a non tutti quel pezzo di carta ha saputo donare più di qualche nozione da ripetere a pappagallo. E per me, non è quel pezzo di carta a definire il valore di una persona. Questo valore è fatto di emozioni vive, curiosità, intraprendenza e umiltà. Caratteristiche che vanno coltivate giornalmente, nei rapporti con noi stessi e con gli altri. E le vedo giornalmente in mamma, quando si rivolge con lo stesso sorriso e la stessa gentilezza a persone di estrazione sociale diversa, quando si interroga e si lascia stupire dall'apprendimento. Niente è lasciato al caso e tutto viene vissuto con la mente e il cuore libero da pregiudizi. Perché mamma sa bene che da tutto e da tutti si può imparare qualcosa, se si ha la giusta intelligenza per capirlo. Se si ha la giusta umiltà per farlo.

 

Buon compleanno, mamma!

 

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