Il caffè di Agnese

Di seguito trovi la lettura, in formato audio, dell’articolo.

Buon ascolto!

 
 
 

Tra i ricordi più belli che ho della mia infanzia, un posto speciale lo devo dedicare ad Agnese.

Agnese è stata per tanti anni, la vicina speciale che abitava nel condominio in cui vivevo con la mia famiglia, la madre di due dei miei più cari amici. Agnese è una di quelle persone di cui ti innamori al primo sguardo, tanta è la grazia e la gentilezza che trasmettono i suoi occhi e i suoi gesti. È stata lei che, stringendomi dolcemente tra le braccia, mi rivolse uno dei suoi dolci sorrisi e mi chiamò "cocca" per la prima volta. Un soprannome che, ancora oggi, mi riconosce alle orecchie della mia famiglia e dei miei amici più stretti.

Ebbene, Agnese ha tanti super poteri, ma quello di cui vi racconto oggi è quello che mi strappa un sorriso ogni volta: sa fare un caffè come nessun altro al mondo! Mia mamma lo sa bene; ne ha bevuti così tanti nei lunghi anni di vicinanza, da esserne una esperta. Solo dopo qualche bell'anno, anche io ho potuto sperimentarne la piacevolezza.

Cosa ha di speciale il caffè di Agnese, mi chiederete?

Mia mamma, ingenuamente, pensava al tipo di polvere prima, al tipo di moka poi; ma nonostante tutti i suoi tentativi, nulla era paragonabile a quello originale. Io l'ho capito solo dopo anni. Non era il caffè in sé ad essere speciale. È Agnese, l'ingrediente magico.

Agnese è una di quelle persone che ti mettono a tuo agio, che sanno ascoltare e consigliare. Ma anche capace di farti ridere e soprattutto riflettere, su di te e sulla vita. Il suo occhio è da mamma, da sorella, da zia, da amica, da persona che ti vuole bene genuinamente. Una persona che, sebbene fosse oberata dagli impegni lavorativi, aveva sempre tempo di ascoltarti e prepararti uno dei suoi magici caffè.

Ricordo ancora le pile di documenti che si portava a casa da lavoro; era capace di sorridere mentre, stanca, finiva di controllare e compilare tutti quei libri contabili. Eppure, seppur sfinita, chiamava mia madre al telefono "Ho messo su la moka, ti aspetto!". La carovana partiva con mia madre ancora in ciabatte; io e i miei fratelli non vedevamo l'ora che arrivasse quel momento e quella chiamata. Ogni giorno era una festa, ogni caffè una promessa di gioco e felicità. Poi crescendo, cominciai a sedermi al tavolo dei grandi e seguire in silenziosa venerazione, quello scambio di conforto. L'amicizia e la sorellanza tra mia madre e Agnese, era nata e consolidata nella gestualità di quel semplice rito.

Un dare e un accogliere. L'assaporare e il condividere.

Per questo apprezzo e ammiro molto Agnese. Perché ha saputo spiegarmi cosa è l'amicizia, anche attraverso questo semplice ma amorevole gesto. Agnese è sempre stata il modello di amica che io aspiravo ad essere ed avere.

Una amica che ti vuole bene per come sei, anche in tuta e con le ciabatte da casa addosso.

Una amica che trova tempo per te, anche con i libri contabili da compilare e controllare.

A corto di tempo e di energia, ma non per te.

Una amica che ti chiama al momento giusto, per dirti le cose giuste.

Una amica che è come casa.

Come famiglia.

Come un caffè caldo, che nessun altro al mondo sa fare.

 

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