Di Principi e Principesse

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BUON ASCOLTO!

 
 
 

Ho sempre sognato una storia da favola. Come quelle che il buon vecchio Disney ci ha indottrinato a credere, nei suoi intramontabili film d'animazione. Se cresci, poi, con una famiglia come la mia, non puoi che desiderarla più fortemente. Adoro ascoltare le storie d'amore delle persone, adoro ascoltare i loro racconti e vedere la luce che nasce nei loro occhi ancora innamorati, nonostante il tempo che passa e le difficoltà della vita. Era il momento che più preferivo nell'assistenza ai pazienti, nei miei anni da infermiera; adoravo soprattutto le storie dei più anziani. Sentire le loro storie, così vivide nei loro ricordi, mi faceva credere nella potenza dell'amore e della gentilezza. Mi faceva credere nelle favole. Anche se, la storia più bella di tutte, rimane per me quella dei miei genitori. Adoro ascoltare la loro storia d'amore, così come l'adoravo da bambina. Una storia che per me era meglio delle favole dei libri. Era una favola tangibile di cui io ero il frutto, un modello a cui aspirare.

Mia madre ha visto per la prima volta mio padre a 15 anni, riflesso nei vetri della sua auto, nella strada che portava verso casa. E lo guardò per più di anno, ammirandolo da lontano, attraverso i vetri di quella macchina che lo avvicinava e allontanava, in quei pochi secondi in cui l'auto sfrecciava veloce davanti i  suoi occhi. Occhi che non vedevano altro che lui. Un sentimento che, probabilmente, non era solo. Ed è quando quella macchina si fermò lateralmente sulla strada, che tutta la loro storia ebbe inizio. Le loro strade, quel giorno, si erano incrociate per non lasciarsi mai più. Ai miei occhi questa era la vera favola. Papà bello e buono come un principe, la mamma regale come poche. E io credevo che fosse un dato di fatto, trovare il mio principe e vivere felici e contenti. Non ero pronta alle delusioni, agli uomini sbagliati, alle storie sbagliate… . Come si fa ad essere pronti a tutto questo? Walt non me lo aveva spiegato. È stata la vita a prenderne l'onere.

L'amore per me non è mai stato semplice. Con la mia testa piena delle fantasie Disney, ho perso di vista molto di quello che invece richiede ed è richiesto in un vero rapporto. Sono passata dal fantasticare tanto al ragionare troppo, come se la via di mezzo per me fosse un miraggio. Una meta impossibile e impraticabile. A cui sono richiesti comizi elettivi con le amiche, per ragionare assieme e decidere le mosse da intraprendere, nell'antica arte della guerra d'amore. Non conto più tutte le storie sbagliate, vissute negli anni. Relazioni che non erano relazioni, uomini che non si sentivano di prendere posizione, di chiarire sentimenti ed emozioni, che chiedevano a gran voce leggerezza e mi davano banalità. Fu per questo che mi chiusi in me stessa, un giorno. Ripiegata nel dolore che provavo per aver donato e chiesto troppo, alle persone sbagliate. A quelle persone che mi mostravano e dimostravano, ogni giorno, di non essere le mie persone. Eppure io, testarda, nascondevo quegli indizi grossi come elefanti, appellandomi a veri e struggenti sentimenti d'amore. Quando era solo un volgere lo sguardo altrove, più per orgoglio che amore vero. Stringevo chi pensavo fosse giusto per me, ma non lo era. Una morsa che alla fine stringeva e costringeva, solo me. Ripetutamente, poi, abbandonata.

È questo che mi ha portato a credere così poco nel valore degli uomini. Incolpavo loro di una responsabilità mia. Come se, fossero loro, i cattivi della storia. Erano loro che avevano oltraggiato e abbandonato la principessa innamorata. Era sempre per colpa loro se ero rinchiusa nella mia torre di saccenteria. Fu per questo, forse, che mi misi a studiare la psicologia delle relazioni. Tutti quei meccanismi che permettevano alle relazioni di decollare o di andare alla deriva. Dovevo trovare il responsabile di quei fallimenti che sentivo dentro. Perché in fondo sapevo che la colpa che addossavo all'altro, non era esclusivamente loro. Che la persona che aveva scelto di rimanere in quei rapporti, di seguire quelle farfalle nella pancia che poi erano solo espressione d'ansia, la mia, beh… ero solo io. Io avevo costruito la strada alle mie delusioni amorose, perché ero io che attendevo alle aspettative nella mia testa più che alla realtà dei fatti. Questa presa di consapevolezza fu quello che cambiò il mio approccio all'universo maschile. Scesa la torre, tornai a camminare tra quegli uomini che avevo allontanato nel tempo. Inizia ad ascoltare la loro voce con curiosità, come se li scoprissi per la prima volta. Fu in occasione del matrimonio di una amica, che provai ad ascoltare la voce di quegli uomini che erano entrati nel mio gruppo d'amicizie, questa volta senza ergere muri. Senza giudicare il contenuto del loro mondo interiore. Ebbene, non mi sono mai divertita tanto, come quel giorno. Non ho mai percepito tanta profondità di parole e azioni da parte di uomini, come prima di quel giorno. Cosa era cambiato, mi chiederete?  Io, ero cambiata. Il mio atteggiamento era cambiato. Io avevo scelto di mettermi in discussione e aprirmi, per davvero, all'altro. Zittire quella mia mente fantasiosa e guardare al reale con gli occhi della verità.

Fu questo che mi ha permesso di vivere storie intense e reali. Storie che, non hanno avuto un lieto fine, quel tipo di lieto fine. Ma sono state un lieto fine, per me. Conoscenze vere, di persone vere, i cui difetti non erano edulcorati. Persone che avevo scelto e che mi avevano scelta, in un gioco che entrambi volevamo giocare, con sincerità. Che mi hanno permesso di esplorare i miei desideri e le mie volontà, capire cosa fosse davvero importante per me. Cosa davvero avevo bisogno di ricercare in un partner. Un uomo che fosse per me un approdo sicuro, non un porto lontano. Qualcuno che mi facesse sentire a casa e che mi aiutasse a trovare quella casa in me. Un uomo che sa di buono, di dolcezza e di profonde risate. Un uomo che non mi porta a scappare dalle vicende della vita, ma che si posiziona al mio fianco per sollevarmi da terra, quando combatto le mie battaglie. Un uomo che mi guardi con occhi sinceri e puliti e che mi aiuti a vedere ciò che di bello e potente c'è in me, ma anche ciò che più di delicato c'è da proteggere. Un uomo che è po' padre, un po' amico, un po' alleato, un po' amante. Un uomo che non sia il migliore nella mia narrazione personale, ma che renda me quella persona migliore.

Quindi miei cari principi e principesse, vivete l'amore non come Disney ce l'ha raccontato. Non rilegatevi in ruoli che non vi appartengono: non ci sono principi senza macchia né principesse che hanno bisogno di essere salvate.

Voi siete voi, essere umani unici. Voi siete donne e uomini pieni d'amore e d'intelligenza. Usateli entrambi per scegliere di chi circondarvi, per scegliere quella persona più giusta per voi.

Saprete di essere sulla strada giusta quando risplenderete più che mai. Quando tutto risplende giusto, quando sa di semplice, calmo e pulito. Bello. Bello come una favola.

 

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