Uniamo le persone e diffondiamo gentilezza

Progetto Gentilezza

Ciao e BENVENUT@

Se sei giunto qui, non è un caso.

Forse sei un buono di cuore, che non ha ancora trovato persone simili a sé,

una persona come me!

Ma chi sono io?

Se non mi conosci, mi chiamo Lisa e sono una Mentore di Guarigione Emotiva. Prima di occuparmi di formazione online, sono stata infermiera.

Un lavoro che ho amato ma che ha saputo colpirmi duramente…

Questa è la mia storia

Ho sperimentato duramente sulla pelle, quanto al mondo servisse della gentilezza. L'ho sperimentato, soprattutto, al lavoro. Un lavoro che avevo scelto per la mia naturale predisposizione all'altro, all'aiutare in maniera gratuita e generosa. Profusa. Ebbene, ogni mio dare, ogni giorno, veniva guastato e rovinato dal modo in cui le persone reagivano al mio modo di essere. Inizialmente, qualche battuta di troppo e poi, dopo l'esaltazione a titolo di "eroi", durante la pandemia, sono giunte prima le offese, sempre più pesanti. Poi le minacce ed infine le vere e proprie violenze. Violenze verbali e fisiche.

Non ricordo più, quante lacrime ho versato, in quei frangenti. Momenti in cui, ho perfino messo in dubbio, la mia capacità di dare. Forse potevo dare di più, forse dovevo dare meglio. E ci ho provato, con più grinta di prima. Volevo dimostrare che la sanità pubblica, non è così male. Che io, come tanti altri miei colleghi, c'eravamo per l'utenza tutta. C'eravamo per assisterli e curarli, con amore e pazienza. Eppure, neanche questo è bastato. Anzi, forse, quel non definire meglio i paletti del mio dare e ricevere, mi ha posto in una condizione di vulnerabilità. Incapace, quindi, di far rimbalzare quella cattiveria che mi veniva vomitata in faccia ogni giorno. E l'ho inghiottita tutta. Volta per volta. Ingerivo quantità sproporzionate di cattiveria che, alla fine, sono solo state capaci di avvelenarmi l'anima. Ho cominciato ad andare mal volentieri al lavoro, ho cominciato a non sopportare più tutte quelle parole e, mio malgrado, riversare parte di quella cattiveria ingerita sugli altri, sui pazienti ma anche su me stessa e i miei affetti. Sono finita in Burnout. Un parolone che vuol definire l'esaurimento fisico, ma soprattutto emotivo, di un lavoratore. Una condizione di apatia nei confronti di quel lavoro che hai tanto amato e a cui hai donato i più bei anni della tua prima giovinezza. La mia giovinezza.

C'è voluto un po' di tempo, per smuovermi da quella melma in cui mi ritrovavo. Per trovare la forza di non accettare oltre che la mia luce venisse spenta in quel modo crudele. Per trovare l'amore necessario per mettermi per prima. Per decidere di trovare un posto, più giusto per me, per le mie aspirazioni e per i miei desideri, per le mie naturali inclinazioni. Ecco perché mi sono dimessa da quel lavoro, poi. Ecco perché mi sono creata questo angolo personale, qui su internet. Per trovare quelle persone come me, gentili e buone come me. Unire queste persone e iniziare la nostra rivoluzione. Una rivoluzione gentile e pacifica, basata sull'amore per se stessi e per il prossimo. Un movimento che amasse supportare gli altri e si lasciasse supportare. Un luogo in cui la fragilità è la nostra più grande forza e punto di incontro. Per ricollegarci con noi e con gli altri. Per ritrovare un senso più profondo alle cose. Un senso genuino ed estremamente bello. Perché vivo, emozionante e allegro. Fatto di persone vere, che condividono sentimenti veri. Persone che hanno voglia di portare gentilezza in internet e nel mondo reale. Persone alla ricerca di altri come loro.

E se tu, ti ci ritrovi, in queste mie parole.

Se, anche a te, hanno fatto credere di essere sbagliato, perché buono e gentile. Beh! Non lo sei.

Quindi, che aspetti?

Iniziamo in piccolo, per muoverci poi in grande!

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Un posto di buoni, fatto per i buoni.

Ti aspetto lì.

Lisa.

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